Studio Clinico

Considerando il grande impatto della malattia di Parkinson nella comunità in termini di welfare e costi, appare di grande importanza lo sviluppo di un sistema che fornisca un servizio personalizzato che consenta ai pazienti di intervenire direttamente sulla gestione della propria malattia. Il sistema mira a soddisfare i bisogni dei pazienti, garantendone l’inclusione sociale e l’indipendenza, non soltanto con una terapia di tipo farmacologica ma tramite un programma di cura più ampio che includa anche prevenzione primaria e secondaria e servizi domiciliari. Al fine di sviluppare un adeguato sistema di cura per i pazienti con MP, DAPHNE si propone di sviluppare servizi appropriati basati sulle seguenti ipotesi socio-cliniche:

  • IPOTESI 1 – Latenza della fase subclinica: nella malattia di Parkinson il periodo di latenza che intercorre tra l’inizio del processo neurodegenerativo a livello cerebrale e la comparsa dei sintomi motori tipici che conducono il medico a diagnosticare la patologia, è di circa 5 anni (Fearnley J.M. et al., 1991; Morrish P.K. et al., 1998; Marek K. et al., 2001; Brockmann K. et al., 2014), così che la diagnosi è espressa quando la malattia è già ampiamente diffusa. È ragionevole pensare che il peggioramento delle capacità motorie sia di tipo progressivo e che possa essere identificato precocemente con un’opportuna ed accurata sperimentazione. La dimostrazione di declino motorio subclinico e il suo rapido miglioramento indotto dal farmaco levodopa rappresenta test affidabile ed a basso costo per giustificare la necessità di effettuare una SPECT-DATSCAN per la definitiva diagnosi di MP che in questo modo potrebbe essere anticipata di 5-7 anni rispetto al processo attuale.
  • IPOTESI 2 – Iposmia Idiopatica: l’iposmia è una comorbidità della MP in oltre il 95% dei malati (Ponsen M.M. et al., 2010) e nei soggetti sani è l’iposmia idiopatica è associata con un incremento del rischio di sviluppare la malattia di almeno il 10% (Maremmani C. et al., 1991; Ponsen M.M. et al., 2004; Maremmani C. et al., 2012). Sulla base di ciò soggetti con iposmia idiopatica accertata sono da considerare un ottimo gruppo di riferimento da indagare per la diagnosi precoce della MP.
  • IPOTESI 3Benefici farmacologici: le terapie farmacologiche sono essenziali per il rallentamento della malattia e per ridurre gli effetti dei suoi sintomi perciò devono essere periodicamente assegnate e modulate dai medici in relazione allo stato di salute del paziente. È dimostrato che in particolare le terapie neuroprotettive danno i maggiori benefici se somministrate agli esordi della malattia, tanto che un’adeguata strumentazione ICT capace di misurare in modo sottile il declino delle capacità motorie e di interagire facilmente con i pazienti sarebbe utile per attuare un’ottimizzazione delle terapie farmacologiche e quindi dei loro benefici, fornendo anche una guida per i pazienti sugli stili di vita più idonei.
  • IPOTESI 4Assistenza per i pazienti nelle fasi avanzate della MP: i pazienti con MP in stadio avanzato mostrano deficit sia motori che cognitivi. Per questi soggetti è opportuno pensare ad un’assistenza personalizzata, con monitoraggio dello stato fisiologico e cognitivo così da permettere ai pazienti di mantenere un certo livello di autonomia e consentire un intervento tempestivo in caso di situazioni pericolose.